CHIRUGIA IMPERMEABILIZZATIVA MESSA IN ATTO DAL SOLITO AMMIOCCUGGINO ðŸ˜±ðŸ˜±ðŸ˜±ðŸ˜¡ðŸ˜¡ðŸ˜¡

Questa mattina do un occhiata sul mio WhatsApp e mi trovo un messaggio di un mio amico (stranamente) Architetto con allegate tre foto con questo messaggio

“Stamattina ho trovato questa riparazione su un terrazzo di copertura, cosa ne pensi ?” 🤣😂🤣😂

Premesso che si sta parlando di un terrazzo praticabile che in quanto a manutenzione lascia, come al solito il tempo che trova poichè se guardate attentamente le foto vedrete che, anche in questo, caso cominciava ad essere un girdino idroponico. Per fortuna la siccità di quest’anno ha fatto “seccare” (nel senso di morire 😂🤣😂🤣) la maggior parte degli arbusti e conseguentemente i lro apprati radicali. Ma se il sistema impermeabile attuale non è del tipo antiradice cosa avranno fatto questi apparati radicali? Sicuramente si saranno insinuati nel sistema impermeabile e se questi si sono “seccati” anche loro, cosa sarà successo? Secondo voi non si saranno evidenziati in questo tanti bei “forellini” e cosa potrà passare da tutti questi bei forellini?

Lasciamo stare questo problema e passiamo a questo “meraviglioso” esempio di chirurgia impermeabilizzativa. Avevo già trattato qualche anno fa questa tipologia di intervento ma vedo che “il lupo perde il pelo ma non il vizio”. Il nostro solito “ammioccuggino” colpito da un “colpo di vera epura genialità Einsteiniana” trovandosi di fronte ad una fessurazione della pavimentazione che avrebbe potuto sicuramente lacerare il sottostante sistema impermeabile anziché demolire una partizione di pavimentzione in quella specifica corrispondenza e “rappezzare” la fessurarazione anche con qualcuno dei soliti “Santi” ha pensato bene di metterci sopra un bel telo di polietilene ovviamente ben “riquadrato” e nastrando i suo bordi con del nastro adesivo “segnaletico”. Forse ha utilizzato questo tipo di nastro per evitare che qualcuno calpestando il politilene potesse lacerarlo annullando così la sua funzione impermeabilizzatrice e “riparatoria”. Senza contare poi i contrappesi. Non si mai che il vento possa “strappare” un simile “capolavoro”

Questa, purtroppo, è una della tante realtà di oggi, come quella di sentirmi giudicare sempre più spesso un incompetente e un retrogrado in questo settore.

MP