“LA SANTA POLIUREA” Questa volta rullabile colpisce ancora.

Cantiere appena ultimato dove per il riconfinamento idrico dei balconi e dei marciapiedi perimetrali è stata utilizzata della poliurea di tipo “rullabile”.

Indovinate cosa è successo ancor prima di finire il cantiere? Facile indovinare si è evidenziato il fatto che questo sistema impermeabile non era in grado di garantire la tenuta idrica promessa dall’agente che ne aveva promosso la vendita di questo specifico prodotto “miracoloso”. Sicuramente “qualcuno” addosserà la responsabilità a chi lo ha applicato non correttamente o a chi non si è attenuto a quanto riportato alle istruzioni di posa tipo.

  • Pulizia delle superfici: assenza di polvere, grassi, oli, altri contaminanti, che devono essere rimossi.
  • Umidità superficiale: se il valore misurato è superiore a quanto indicato, la superficie deve
  • essere essiccata, prima di iniziare l’installazione dell’elastomero.
  • Temperatura dei substrati: se inferiore al valore indicato l’installazione non deve essere iniziata.
  • Temperatura dell’aria: se inferiore a quanto indicato in precedenza, sospendere l’installazione.
  • Vento: se superiore al valore indicato sospendere l’installazione.
  • Controlli qualità sulla membrana poliureica da eseguire durante l’installazione:
  • Integrità e resistenza meccanica: verificare che la membrana dopo un minuto dalla posa in opera sia
  • secca al tatto e sopporti il normale calpestio.

E adesso cosa si fa? Ovviamente si ricomincia da capo magari realizzando magari un sistema impermeabile diverso.

Quello che è certo che questa Impresa, per il prossimo futuro si guarderà bene da utilizzare queste tipologie di sistemi impermeabili.

Ma in questo caso come oramai in altri moltissimi casi chi ha “vinto”? Il solito “Pifferaio Magico”. Mentre chi ha “perso”, anche in termini sia economici sia di immagine, è il soggetto che ingenuamente si è fidato di quanto il suddetto “Pifferaio Magico” gli ha riferito.

Un sincero saluto a tutti e

“I SANTI IMPERMEABILIZZANTI DI TIPO CEMENTIZIO” – LA SAGA CONTINUA INESORABILE – UN “AUTOLAVAGGIO” SENZA ASCIUGATURA FINALE

Premesso che appena ho preso visione dello stato di fatto delle problematiche infiltrative ho esclamato “C…o” ma questo è un vero e proprio “autolavaggio” a cui manca solo l’asciugatura finale. Battuta questa non troppo felice e a cui la proprietà ha reagito, d’altronde ne aveva ben donde, solo con un mezzo sorriso ironico.

Dopo aver preso visione del report fotografico sottostante ditemi se non avevo ragione.

Trattasi comunque di un corpo box interrato inserito tra tre ville residenziali e la cui copertura pavimentata è stata destinata ad area conviviale.

Come avrete potuto già notare su una partizione della copertura in interesse è stata realizzata per accedere alla villa centrale una “fantasmagorica” scalinata tutta rivestita in pietra lapidea di pregio.

Di fronte ad un simile delirio infiltrativo quale sarebbe stata la vostra prima conclusione? La mia è stata “c…o la copertura non sarà stata mica per caso impermeabilizzata con uno dei tanti “Santi” spalmabili scazzuolabili, pennellabili, rullabili, spruzzabili, ecc. ecc.”! Considerato che la proprietà non ne sapeva alcunché a questo punto si è deciso di effettuare alcuni sondaggi ispettivi. Tolta una prima piastrella ecco cosa è apparso, sorpresa delle sorprese, un “bellissimo” sistema impermeabile di tipo cementizio con interposta la sua “bella” rete di armatura.

Ovviamente le varie stratigrafie murarie sottostanti sono risultate totalmente sature d’acqua. Considerata poi l’insistenza sulla copertura della suddetta “fantasmagorica” scalinata si è messo in atto anche su questa un sondaggio ispettivo e anche in questo caso si è avuta un’ulteriore sorpresa, ovvero che la sua sottostante sottostruttura non era stata interessata da alcun tipo di sistema impermeabile. Probabilmente qualcuno, considerato che la sua sottostruttura era stata realizzata in c.a., ha pensato che non servisse impermeabilizzarla e magari pensando anche che a questa funzione avrebbe anche sopperito il suo rivestimento in pietra lapidea con i suoi giunti di accostamento adeguatamente sigillati 😱😱😱😱😱🤣😂🤣😂. Adesso provate ad indovinare dove sarebbero andate a finire le acque di filtrazione derivanti della suddetta scalinata? Forse direttamente nel massetto di pendenza su cui era stato realizzato il suddetto sistema impermeabile di tipo cementizio, vanificando del tutto, ammesso ma non concesso che questo fosse anche in grado di garantire la sua tenuta idrica.

Poi per finire in bellezza chi ha progettato, realizzato e supervisionato la messa in atto di questo sistema impermeabile ha pensato anche che questo non avrebbe dovuto proseguire anche al di sotto del suo contorno perimetrale in pietra lapidea e pertanto ha preferito interromperlo in corrispondenza del suo bordo interno.

Lo so che i sostenitori e che mi considerano un detrattore di questi sistemi impermeabili a questo punto solleveranno tutta serie di eccezioni tra le quali il fatto che a livello della pavimentazione e conseguentemente sul sottostante massetto di pendenza non siano stati creati degli adeguati giunti di dilatazione / compensazione o che il sistema impermeabile in interesse sia stato realizzato da soggetti del tutto incompetenti e su questo potrei anche essere d’accordo, ma nonostante tutto ciò resta comunque il fatto inconfutabile che quello che, alla fine, come nella stragrande maggioranza dei casi, resta con il “cerino” in mano è l’utilizzatore finale, considerato che i responsabili alla fine si sono dissolti tutti nell’aria. Utilizzatore finale che in questo caso si troverà nell’assoluta necessità di ricominciare tutto da capo con un esborso di sicuro non poco conto, considerato che tra terrazzo, scalinate e parti interrate siamo palando di più di 350 mq.

Buona fine Pasquetta.

MP

LA “SANTA POLIUREA” COLPISCE ANCORA 😱😱😱

Tralasciando di entrare nel merito della cura riservata alla risoluzione dei dettagli di questo terrazzo di copertura abbastanza complesso che la dice lunga sull’incapacità tecnica che contraddistingue la Ditta e/0 il soggetto che ha realizzato il sistema impermeabile (vedasi sottostante report fotografico di alcuni dei suddetti dettagli).

Considerato che questo non è ancora stato ultimato e pertanto essendo ancora soggetto alla solita garanzia decennale nell’impossibilità di mettere in atto qualsiasi verifica oggettiva per non incorrere nel rischio di vedersela annullare per manomissione da parte di terzi si è provveduto al semplice collaudo idrico con fluoresceina di un esigua zona della sua sola partizione piana. Questo è stato il risultato, anche se a mio parere quello che, alla fine, sta garantendo la tenuta idrica probabilmente è la membrana bituminosa realizzata provvisoriamente e direttamente sulla soletta di copertura per poter proseguire le varie sottostanti lavorazioni in attesa di poter realizzare quella sarebbe dovuta essere la stratigrafia termo impermeabilizzativa definitiva.

Adesso a prescindere dalla tipologia di sistema impermeabile, mi chiedo e vi chiedo non sarebbe ora di finirla una volta per tutte di continuare a permettere a degli incapaci di operare in un settore così “delicato” e complesso come quello delle impermeabilizzazioni?

MP

LA “SANTA MITICA POLIUREA” COLPISCE ANCORA – COMMENTO DI ROBERTO MADORNO

A prescindere dal fatto che devo ancora capire la ragione di come mai il mio precedente articolo, sempre su questo argomento, su Linkedin sia arrivato sino ad ora solo a 111 visualizzazioni quanto la maggior parte degli altri articoli superino abbondantemente le 1.500. Si vede che probabilmente questo argomento non interessa nonostante l’adozione di questo sistema impermeabile stia crescendo a dismisura.  Precisato ciò a questo punto non posso fare a meno, anche se qualcuno di Voi ha già potuto leggerlo direttamente sul mio blog, di pubblicare il commento del “mitico” Roberto Madorno che, come sempre, oltre che centrare perfettamente il problema, rispecchia, a mio giudizio, una sacrosanta verità.

“Nessuna cura nella progettazione delle finiture dei dettagli, nessuna cura nella scelta del modulo elastico del polimero e la sua durezza shore a patto che sappiano di quali strumenti ci controllo dei materiali anche in cantiere parlo (+ carrabile = meno allungamento a rottura). Siamo di fronte all’arte di spruzzare qualcosa con una macchina ed una tuta da ghost busters, un film di fantascienza dove il biglietto lo paghi alla fine ma con un mutuo. Ho lavorato con il Baytek, con i poliaspartici della Bayer, ho costruito machine di spruzzo in Italia che superavano i problemi delle gusmer, binks e graco e le ho vendute in Germania e Svizzera a decine e ancora oggi le usano ….. circa 25 anni fa nel campo petrolchimico dove entri se dimostri che i tuoi lavori sono perfetti e durano, dunque so di cosa parlo. La tecnologia dei poliaspartici – poliurie e poliuretani ibridi sono diventati “Santi” xchè risentono dalla incompetenza che cresce esponenzialmente senza fermarsi da molti anni. In questo paese chiunque spruzza ed applica qualsiasi cosa senza un minimo di percorso di qualifica accreditato da un ente super partes. Persino i saldatori devono seguire un percorso di studi ed ottenere il patentino controllato da ACCREDIA …… perché non è cosi per gli impermeabilizzatori??? Soltanto percorsi formativi basati su un interesse di marketing, marchi produttivi ed interessi per la vendita …… la serietà di una formazione con crediti formativi alla Cetto la Qualunque.
Credo che i bravi dell poliuree in Italia ci siano ma si contano sulle ditte di una mano di un povero cristiano che ha perso almeno 2 dita sul posto di lavoro.”

 

Roberto Madorno

Grazie come sempre Roberto, per le tue perle di verità e saggezza.

MP

LA “SANTA MITICA POLIUREA” COLPISCE ANCORA

Si tratta del corsello di accesso ai box del piano terra e a copertura di quello di accesso a quelli del piano interrato. Ovviamente a seguito della problematiche infiltrative che si evidenziavano sulla parte intradossale della sua soletta ha pensato bene, anche per problemi di risparmio, di ripristinare la sua tenuta idrica applicando sulla pavimentazione esistente la nostra mitica “Santa Poliurea” ovviamente con finitura carrabile.

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Ovviamente la sua applicazione è stata interrotta in corrispondenza della pavimentazione dell’accesso pedonale. Adesso Vi chiedo ma le acque di imbibizione del sottofondo di allettamento di quest’ultima non hanno forse la possibilità di propagarsi al di sotto della nostra mitica “Santa Poliurea” vanificando in quell’ambito la sua presupposta tenuta idrica?

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Vogliamo parlare poi del suo raccordo con i grigliati a protezione dei vani di aerazione che fa acqua solo a guardarlo!

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Vogliamo poi parlare anche del suo raccordo con gli elementi a pavimento in cui scorrono le serrande di chiusura dei vari box. Ammesso ma non concesso che tale raccordo possa anche solo lontanamente la sua tenuta idrica, vi chiedo ma le acque meteoriche di stravento e/o quelle semplicemente di rimbalzo che riescono a raggiungere tali elementi, secondo Voi dove finiscono?

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Ma la nostra suddetta “mitica” non ha forse capacità elastiche tali da compensare qualsiasi sollecitazione termo dilatativa? Qualcuno di Voi ma soprattutto quelli che continuano a metterla su un piedistallo mi sa spiegare, da una parte, la sussistenza di queste fessurazioni e dall’altra di queste craterizzazioni?

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Poi per finire in bellezza secondo Voi questo genio e/o geni cosa si sono inventati per evitare (io direi “solo per limitare”) il degrado strutturale delle partizioni frontali dei vani di aerazione derivante dallo scolo della acque meteoriche? Un bel profilo di lattoneria il cui raccordo a tenuta con le suddette partizioni frontali è stato ottenuto con un’altro mitico Santo, il “Santo Silicone”.

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Bene il risultato di questo “meraviglioso” ma soprattutto “parsimonioso” intervento di ripristino è questo.

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Volete sapere le ragioni per cui i danni sottostanti sono così limitati? La prima è che “sotto” è ancora presente il sistema impermeabile originale e la seconda è che fortunatamente la soletta  è di cemento armato pieno che, pertanto, si sa che alla fine è da considerarsi, di per se stessa, quasi del tutto impermeabile, salvo in corrispondenza delle sue forometrie di passaggio e/o dei suoi fenomeni microfessurativi.

Sembra che qualcuno per risolvere “finalmente” le problematiche infiltrative lamentate abbia proposto di applicare nuovamente della “Santa Poliurea” in sovrapposizione di quella esistente.

No comment, comunque auguri alla committenza ma soprattutto a quel qualcuno.

MP

P.S.: ma quanto denaro occorre buttare nel cesso prima che qualcuno capisca che alla fine in queste occasioni chi “più spende meno spende”

 

 

 

 

 

 

 

CHICCHE QUOTIDIANE – 15 – DISPERAZIONE – COME NON SI PROGETTA

Oggi mi è arrivato lo schema di una stratigrafia termo impermeabilizzativa realizzata sulla copertura di un fabbricato. Io, dopo aver preso visione del sottostante dettaglio, sono stato preso dalla disperazione… non so voi.

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Si commenta da sola?

Questa stratigrafia di copertura, sin dal suo parto primordiale, l’ho definita da “delirio”, poichè nella stessa, dopo aver realizzato il sistema impermeabilizzativo definitivo, resterà, se si è fortunati, una quantità di umidità e/o di acque residuali da far paura con tutte le conseguenze che ne possono derivare in termini di perdita di resistività termica della stratigrafia coibente e della successiva evidenziazione di tutta una serie di presunte prolematiche infiltrative. In questo caso specifico, quello che è degno di nota, è la posizione dei ben due presunti sistemi impermeabilizzativi ed il come sono stati indicati: “Guaina traspirante”. Cos’è una guaina traspirante?
Quali sono le sue caratteristiche?
Questa guaina sarà anche impermeabilizzante?
Speriamo!
Inoltre non ho mai visto una piastrella di ceramica applicata direttamente su una “guaina traspirante” a meno che non si tratti di uno di quei tanti sistemi impermeabilizzativi che io definisco come i “Santi” spalmabili, scazzuolabili, rullabili, pennellabili, spuzzabili ecc. Se così fosse non si tratterebbe però di “guaine traspiranti” bensì dei sistemi impermeabilizzativi ben definiti, che purtroppo però il sottoscritto non “ama” un po’ per propria forma mentis e forse  perchè un retrogrado.

Comunque questo è il risultato finale.

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Altro che disperazione! Se questa è l’attualità figuriamoci cosa ci riserverà il futuro!

MP

CHICCHE QUOTIDIANE – 6

Nessuna foto nessuna descrizione solo un breve commento “con questo ritengo che il settore impermeabilizzativo abbia proprio raggiunto il fondo”

http://www.centroedile.com/i-vantaggi-di-una-buona-impermeabilizzazione/

Lascio a voi ogni eventuale ulteriore commento poiché il sottoscritto dopo la lettura dell’articolo ha avuto un attacco di vomito.

MP

TECNICA IMPERMEABILIZZATIVA INNOVATIVA

Nell’era dei sistemi impermeabilizzativi, rullabili, pennellabili, scazzuolabili, spruzzabili, ecc., per combattere la concorrenza anche, come sostiene qualcuno, le obsolete membrane bituminose di adattano alle esigenze di mercato.

Copertura corpo box interrato destinata a parcheggio pubblico. L’unica problematica infiltrativa che la caratterizza si evidenzia in corrispondenza del suo giunto strutturale, ciò a significare che il suo sistema impermeabilizzativo originale, nel suo complesso tiene, salvo in corrispondenza del suddetto giunto. Il “genio” di turno, anziché controllare se in tale corrispondenza è stato realizzato un giunto impermeabilizzativo ed eventualmente intervenire in quello specifico ambito, pensa che la soluzione migliore sia quella di applicare in sovrapposizione alla pavimentazione esistente, in completa aderenza, una bella membrana bituminosa, armata T.N.T. di poliestere autoprotetta con scaglie ardesia naturale e il gioco è fatto. Ovviamente senza raccordarla ai vari bocchettoni di scarico e limitandosi ad interromperla in corrispondenza del perimetro delle loro griglie di ispezione. A prescindere dal fatto che ovviamente la suddetta membrana continua, ad ogni ciclo dilatativo, a lacerarsi in corrispondenza del suddetto giunto strutturale. I proprietari dei box sottostanti si chiedono come mai anche quando viene ripristinata la suddetta lacerazione continuano i fenomeni infiltrativi in corrispondenza del suddetto giunto?

Questa domanda che ha una più che ovvia risposta bisognerebbe rivolgerla al “genio” che si è inventato questa soluzione e che se le è fatta pure pagare.

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Buon 25 Aprile.

MP

SANTI “IMPERMEABILIZZANTI DI TIPO RULLABILE, PENNELLABILE, ECC.” – LA SAGA – 1° EPISODIO

Lo so che questo mio articolo scatenerà le “ire” (come per altro già successo in precedenza) soprattutto di coloro che ritengono che io sia un retrogrado poiché, vista la mia veneranda età, tendo a non evolvermi in fatto di materiali e relativi sistemi impermeabilizzanti, soprattutto su quelli che io definisco i “Santi Impermeabilizzanti di tipo rullabile, pennellabile, scazzuolabile, spruzzabile, ecc. ecc”.

Bene la quasi totalità dei produttori e “venditori” di questi materiali non fa altro che “pontificare” i pregi di questi tipi di materiali e dei sistemi impermeabilizzanti che ne derivano e che, secondo loro, hanno la proprietà di risolvere qualsiasi problema infiltrativo, guardandosi bene però di evidenziare, invece, quelli che possono esserne i difetti e/o gli “errori di applicazione e/o realizzazione.

Io sarò pure un retrogrado, poiché magari prediligo i sistemi impermeabilizzanti di tipo bituminoso, questo però non toglie il fatto che io, comunque, giochi al “massacro” con i produttori che non producono o non voglio più produrre, almeno per il mercato Italiano, le membrane di “una volta”, o continui ad evidenziare i loro problemi soprattutto di carattere realizzativo.

Precisato quanto sopra passo al nocciolo di questo articolo!

Vi ricordate l’articolo dove nella sua parte finale parlavo di Sistemi impermeabilizzativi con PMMa e/o altri materiali similari? Noooo……! Niente di male per rinfrescarvi la memoria vi fornisco il link per eccedervi.

https://chirurgiaimpermeabilizzativa.wordpress.com/2016/05/18/problematiche-infiltrative-cause-sono-sempre-i-dettagli-che-contano/

Vi siete riletti la parte dell’articolo che ci interessa in questo momento? Bene, ora guardatevi la sottostante documentazione fotografica che rappresenta lo stesso lavoro dopo pochi mesi dalla sua realizzazione.

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Visto? Adesso scatenate pure l'”infermo”, lascio a Voi ogni commento mentre io “mi taccio” totalmente, poiché potrei essere nuovamente tacciato di essere un “retrogrado”, senza alcuna capacità di evoluzione mentale.

MP

P.S.: Mi farebbe cosa gradita che anche i miei “accoliti” si astenessero dal commentare.